Le attività del Csi nel TG

COMUNICATI2023

Conferme e impegni ad Assisi 2017

(Da L'Eco di Bergamo del 13/12) 

Ci sono momenti, nella vita di un’Associazione, che segnano il tempo perché rappresentano il passaggio da una fase storica alla successiva. Assisi edizione 2017, vissuta nei giorni scorsi da un numero altissimo di partecipanti e da una folta delegazione bergamasca, è stato tutto questo. Ancora una volta magistrale la sintesi che il nostro presidente nazionale Vittorio Bosio ha offerto al termine del meeting nella meravigliosa terra di San Francesco e Santa Chiara: “Abbiamo dialogato, riflettuto, individuato le cose da fare. Adesso è tempo di scelte”. Quindi ha dettato l’agenda per la riforma del Csi affinché sia pronta alle nuove e importanti sfide che ci aspettano dopo la ventata di innovazioni prevista con la riforma del Terzo settore. “Saranno tutte cose positive? Sicuramente no – ha detto -, ma siamo abbastanza forti e responsabili da poter reggere il confronto con i tempi moderni”.
Assisi 2017 ha scritto sul marmo il cammino dell’Associazione: dentro il magistero della Chiesa, a servizio dello sport educativo e formativo, accoglienti e solidali con tutti. Nel suo richiamo ad un’attenzione a 360 gradi, Bosio, ha voluto chiarire che non si tratta di fare manifesti, di sostenere, magari episodicamente con proclami che invecchiano già il giorno dopo, le mode del tempo. Ha detto che siamo tutti “normali”. Non esiste la disabilità se siamo tutti sorelle e fratelli nella solidarietà e nell’impegno reciproco. Perché non esiste essere umano uguale all’altro ma ognuno è speciale nella sua unicità di fronte a Dio e di fronte all’umanità. E ognuno è meritevole di rispetto, accoglienza, solidarietà.
Da uomo di Associazione Vittorio ha anche ribadito la riconoscenza verso i dirigenti delle società sportive, verso gli allenatori, gli arbitri, verso i volontari che, a qualsiasi livello, donano se stessi per un ideale di sport proposto, organizzato e vissuto per promuovere la persona. Da qui il richiamo alla cura dei settori giovanili. Questa, fra le tante, è forse la preoccupazione più grande di Bosio: curare i più piccoli, soprattutto quelli più fragili. Il bene che assorbiranno in questi anni lo restituiranno nel tempo, quando saranno loro i protagonisti delle scelte sociali, culturali, economiche e civili. Se lo sport è uno straordinario strumento educativo e socializzante non possiamo che farne il centro della nostra azione. Ma questi ideali diventano concretezza (e se non si concretizzano sono tempo perso) solo in presenza di una capillare rete di dirigenti all’altezza dei loro compiti. Dopo Assisi possiamo dire, ancor di più, di essere pronti.

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