(Da L'Eco di Bergamo del 23/09)
Se fossimo in un anno normale la lettura dei dati delle iscrizioni ai campionati di calcio, primi a chiudersi e primi a partire, sarebbe da mettersi quasi le mani nei capelli. Ma nell’anno del covid, dei DPCM, dei lockdown, delle mascherine, dell’amuchina e tanto altro, poter prendere atto che 892 squadre si sono riorganizzate e sono pronte a scendere in campo, fa pensare ad una provincia popolata di gente straordinaria.
Rispetto all’anno scorso mancano 148 squadre, segno di un settore che manifesta difficoltà ma che non è crollato. Segno di una forza impressionante, segno che i dirigenti delle società sportive del Csi sono gente capace di non scoraggiarsi nemmeno nei momenti più bui della storia recente della nostra società.
Anche il calcio a 5 si presenta con una flessione di 90 squadre rispetto alle 328 dello scorso anno, ma in questo caso bisogna fare una riflessione più ampia: che si gioca in palestra (fatto non secondario di questi tempi) e che un fenomeno di ridimensionamento di questo sport, nella nostra provincia, è in atto da anni. Né possiamo ignorare che il calcio a 5 aveva raggiunto, nei tempi d’oro, livelli di partecipazione veramente straordinari, livelli però ragionevolmente difficili da mantenere per tanto tempo.
Molto più difficile la situazione della pallavolo, proprio per le caratteristiche di attività di questo sport (e non solo perché si svolge nelle palestre). Per questa ragione il termine delle iscrizioni è stato rinviato al 10 ottobre, consapevoli delle difficoltà che i dirigenti devono affrontare.
Come se non bastasse, anche a livello governativo nazionale continua il tira e molla con il Coni e con gli Enti di promozione sportiva sulle forme di sostegno allo sport e sulla proposta di riforma del settore avviata dal ministro mesi fa.
Una situazione di incertezza generalizzata, con una sola certezza: lo sport minore, aperto a tutti, educativo e formativo, che a parole tutti tutelano, in realtà potrebbe essere fortemente danneggiato.
Lo ha fatto ben presente il Presidente Nazionale del Csi, Vittorio Bosio, nei giorni scorsi, sia direttamente sia attraverso tutti i canali di informazione possibili. Al momento però non sembra siano giunti segnali utili a rassicurare un mondo di volontari tanto preziosi da poter essere definiti addirittura indispensabili: i dirigenti di piccole società sportive. Non aspettiamo ad accorgerci di quanto sono importanti dopo aver distrutto il loro lavoro e azzerato la loro disponibilità.
