Vittorio Bosio disponibile a proseguire

(Da L'Eco di Bergamo del 11/12) 

L’appuntamento del Centro Sportivo Italiano ad Assisi quest’anno, da venerdì a domenica scorsi, ha avuto esiti straordinari. La scelta della Presidenza, guidata da Vittorio Bosio, di non invitare ospiti illustri, come da tradizione, aveva uno scopo ben preciso: dare modo ai dirigenti dell’Associazione di parlarsi, di relazionarsi, di approfondire insieme le ragioni dell’impegno associativo e del servizio per uno sport a misura di persona.
In una situazione sportiva nazionale decisamente confusa dove tutti vogliono fare i mestieri degli altri e nessuno (o quasi) fa bene il proprio, con valanghe di norme che anziché semplificare complicano la vita dei dirigenti delle società sportive di base dimenticando sempre le più piccole e meno strutturate nonostante siano le più importanti, il Csi ha condiviso il progetto ideale enunciato nell’occasione dal Presidente nazionale. Bosio ha ricordato che il Csi è stato precursore e ha aperto nuovi percorsi di attività quando tutti gli altri al più sorridevano bonariamente. Perché da subito i fondatori, collocando l’Associazione nel solco dei valori cristiani, ha rivolto lo sguardo alle persone e alle famiglie maggiormente in difficoltà. Così abbiamo fatto sorridere quando abbiamo parlato di gioco per i bambini, di partite senza classifiche, di calcio femminile, di sport inclusivo per i disabili, e soprattutto di “far giocare tutti”.
Non si tratta più di costruire slogan ad effetto in questo mondo della comunicazione senza pause e senza riflessione; si tratta, per esempio, di fare attività giovanile “se siete capaci di voler bene ai bambini” altrimenti è solo impegno di facciata che presto o tardi si svela nella sua povertà.
Non è tanto questione di regole quanto di valori, di capacità di calarsi nella realtà del territorio, di non perdere contatto con chi fa fatica. “Non dimentichiamo mai quelle società che non lasciano a casa bambine e bambini le cui famiglie non hanno le risorse nemmeno per iscriverli al più povero dei campionati. Qui stanno le nostre radici, da qui dobbiamo prendere spunto per guardare ai prossimi 75 anni. Qui – ha concluso Bosio – c’è la risposta se del Csi c’è ancora bisogno oggi. La risposta è: il Csi è indispensabile anche se pochi se ne accorgono”.
Mi ha fatto molto piacere, al termine di queste riflessioni sentire Vittorio dire che, con questo Csi, si rende disponibile ad una prosecuzione dell’esperienza nazionale. Ci voleva coraggio perché la situazione è complicatissima ma con una squadra compatta e solidale si può guardare con fiducia il futuro del Centro Sportivo Italiano.

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