Pillole di Fair Play sui nostri campi

(Da L'Eco di Bergamo del 06/11) 

Suvvia, lasciamo respirare un po’ di ossigeno per l’anima ai nostri ragazzi. E allora, invece di proporre una riflessione sul brutto momento del nostro calcio per quanto riguarda il tifo “contro”, mettiamo in luce quello che di buono capita sui nostri campi e per lo più sfugge al grande circo dell’informazione e dei social.
A fronte di chi va alle partite per sfogare il peggio di sé c’è chi le partite le gioca per il piacere di vivere, attraverso lo sport, momenti di crescita, non solo agonistica ma anche della personalità.
Per dire all’arbitro che si è sbagliato ci vuole poco. Succede in tutte le partite, anche quelle più tranquille dove non ci si azzuffa ma ci si parla. Per dire all’arbitro che si è sbagliato a darmi un rigore a favore ci vuole l’istinto della lealtà. Dico istinto perché sono decisioni che si prendono nel corso di pochi istanti, quando nella testa passa tutto quello che possono dire, di conseguenza, l’allenatore, il presidente, i compagni di squadra, il pubblico sugli spalti. E se un giovane degli Juniores in una partita che sta sì vincendo per 2-1 ma che con il suo rigore realizzato potrebbe andare sul 3-1 e chiuderla, invece decide di chiedere all’arbitro di cambiare la sua decisione, perché lui non ha subìto il fallo e quindi il rigore non c’è, allora questo giovane rappresenta lo sport vero. Non è il solo, non ne citiamo il nome (il nostro giornale però ne ha parlato consegnando il fatto alla cronaca sportiva) perché di tanto in tanto questi episodi si verificano e spesso ci sfuggono. Allora quello di una decina di giorni fa è un simbolo che vale per poter dire che lo sport è animato non solo da quello che si legge sui giornali, che si ascolta in tv o che transita nei social. Anzi, per essere precisi, quello non c’entra niente con lo sport che è invece rappresentato da quanto avvenuto in una semplice ordinaria partita fra giovani della categoria Juniores Csi.
Così come va preso ad esempio quanto avvenuto in occasione del derby di Alzano, con il ricordo di alcune persone che hanno dato tanto allo sport locale e provinciale e che sono venute a mancare. A rendere omaggio a queste persone, in occasione della partita, c’erano anche il parroco e il sindaco, e anche questo è un segno di una società che sa essere attenta ai valori che contano.
Concludo con un altro segno positivo (e sono tre!): nonostante il tempo maligno le camminate continuano a registrare grande partecipazione. Merito di tanti dirigenti che hanno saputo proporre formule vincenti in ogni condizione meteorologica. Bravi e grazie.

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