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COMUNICATI2023

La salute affidata allo sport

(Da L'Eco di Bergamo del 14/11) 

Confesso che ho letto con piacere le dichiarazioni di Carlo Ancelotti, oggi allenatore del Napoli e uomo di sport d’alto livello e sicuramente competente nella materia, con esperienze di livello internazionale: “Contro gli insulti, stop alle partite”. Più bello, se vogliamo, il seguito: “La maleducazione deve uscire dagli stadi”.
Senza insulti, senza violenza verbale, lo sport aiuta ad unire chi lo pratica e chi se lo gode da spettatore. L’immagine più bella è quella di una partita, di un incontro, di una prova, vissute con lealtà (che non vuol dire disimpegno, tutt’altro) e rispetto per tutti. Perciò sono ottimista: se cominciano a muoversi i big qualcosa cambierà e in meglio, ne sono certo.
Sicuramente questo però stride con quanto avvenuto su un campo del territorio laziale, dove un giovane arbitro, al termine della partita, è stato aggredito da un gruppetto di inqualificabili che lo hanno pestato fino a farlo ricoverare in ospedale. Pronta, questa volta, la risposta della Federazione, che ha annunciato misure repressive, anche perché ormai siamo a circa 300 pestaggi in un anno. Intollerabile.
Pur essendo del tutto evidente che con certe persone ogni discorso di buon senso cade nel vuoto, rimane il dovere, nel nostro ambiente, di ribadire che lo sport ci può e ci deve fare star meglio. Vale per gli spettatori e vale, soprattutto, per chi lo pratica.
Le ricadute positive della pratica sportiva, purché sia esercitata nei modi corretti, senza forzature, senza violenze e senza doping, sono molteplici.
Mi ha fatto riflettere, come avevo già avuto modo di sottolineare, che il sottosegretario Giorgetti, abbia scelto il nome di “Sport e salute” per la realtà che dovrà sostituire il Coni nella gestione delle risorse da destinare a Federazioni ed enti di promozione. Il concetto di salute è ovviamente molto ampio: da quella mentale a quella fisica, a quella sociale, a quella relazionale. Ma nella società contemporanea lo sport è la soluzione per problemi emergenti e molto gravi. Per esempio, nel contrasto al diabete, una malattia boom fra i piccoli e i giovanissimi: +3% di nuovi casi ogni anno. Anche in Italia dove circa 20 mila fra bambini e adolescenti oggi vivono e convivono con il diabete mellito tipo 1, la forma giovanile, con tassi previsti in costante crescita e una età di esordio sempre più precoce. Secondo quanto stima la Società Italiana di Diabetologia (Sid): 6-7 bambini su 100 mila tra 0 e 14 anni con una frequenza maggiore al di sotto dei 3 anni. Ripeto: è solo un esempio, ma tra i rimedi più efficaci cosa c’è? Lo sport!

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