(Da L'Eco di Bergamo del 03/10) 

Ho assistito sabato pomeriggio a una delle prime partite della stagione che è appena iniziata. In realtà sono potuto rimanere solo fino alla conclusione del primo tempo, ma mi è stato sufficiente per poter apprezzare il livello del gioco. Non tanto sul piano tecnico, quanto su quello sportivo. Ero a Torre Boldone, sul campo dell’oratorio, dove avevo proposto la riflessione sul tema del rifiuto della violenza di genere, voluta dal Coni su tutto il territorio nazionale. Mi ha fatto piacere constatare che ho parlato a ragazze attente e sinceramente coinvolte dal progetto di essere testimoni di un valore civile quale è quello del rispetto di tutti. Questo lo hanno poi confermato con un gioco piacevole, intenso ma non spigoloso e tanto meno falloso. Se questo è il nostro modo di fare sport, come in effetti è il Csi ha un grande avvenire davanti a sé.
Mi ha fatto molto riflettere invece l’accorato appello del direttore dello stesso oratorio il quale mi ha caldamente invitato a riprendere la battaglia del contrasto alle bestemmie che abbondano quando giocano i grandi. Il sacerdote ha assolutamente ragione, ma sarebbe un errore pensare che su questo pessimo fenomeno ci sia una silenziosa quanto inopportuna tolleranza. Ho parlato con qualche arbitro e tutti mi hanno assicurato che non hanno mai sottovalutato questa bruttissima abitudine. Ho avuto anche la conferma che il fenomeno è un po’ in calo, purtroppo però sostituito dalle volgarità. Questo fa male, molto male, perché distrugge gli sforzi educativi di tante persone impegnate a dare, in particolare negli oratori, una buona educazione ai più piccoli. Non si tratta ovviamente di fare una campagna sanzionatoria, ma sicuramente un po’ di attenzione in più possiamo chiederla. Per rispetto dei ragazzi che ci guardano e assorbono tutto.