(Da L'Eco di Bergamo del 04/10)
La sintesi estrema potrebbe essere: è andato tutto bene. Sabato e domenica sono cominciati i campionati di calcio, segnale che stiamo vivendo la nuova stagione sportiva e l’avvio è stato come avevamo sperato. Ma tutto bene che cosa? Le partite, le espulsioni, il comportamento in campo e a bordo campo? Il comportamento dei dirigenti? Di tutto un po’. La percezione è che ovunque le giornate siano state vissute con lo spirito giusto: gioco, allegria e senso di responsabilità.
La prova del nove questa volta era un po’ più complessa del solito perché non si trattava solamente di verificare che non fosse successo nulla di particolare nel corso delle centinaia di partite che si sono giocate nei due giorni di avvio. Si trattava anche di vedere come veniva affrontato, per esempio, il tema del DAE, non solo come apparecchiatura disponibile in caso di emergenza ma anche come ausilio per una nuova modalità di prevenzione sanitaria.
Per quanto in modo silenzioso, questo inizio di campionato ha segnato un altro passo avanti, importante, in una visione complessiva dello sport che è gioco ma che è anche senso civico e condivisione di un progetto ampio di promozione della persona.
Parolone troppo grosse? Sicuramente concetti impegnativi ma sui quali il Csi ha da tempo in corso un lavoro accurato e concreto. Da anni infatti il nostro Comitato ha aperto la sfida della formazione e, passo dopo passo, i risultati stanno venendo.
Formazione però vuol dire avere uno sguardo all’orizzonte fatto di continuità e costanza. Ecco allora i nuovi appuntamenti rivolti ad allenatori e istruttori che si sono messi al servizio di ragazze e ragazzi del settore giovanile.
A partire da questo mese di ottobre, uno dopo l’altro, prenderanno avvio le proposte formative nei vari sport che il Comitato promuove: calcio, ginnastica artistica e pallavolo solo per citare i primi a cominciare.
È il nostro modo di rispondere alla domanda di crescita di tutto il settore, con maggiore consapevolezza e più attenzione alle fasce più delicate per età e impatto sociale. Proprio per queste ragioni da ormai tanti anni il nostro Comitato investe fortemente nella proposta formativa che ovviamente non può essere solo tecnica, ma che si occupa di approfondire tematiche di carattere psicologico, pedagogico, medico/sanitario.
Uno sforzo che poggia sulla fiducia che le società sportive ci hanno riconosciuto nel tempo e che ha come approdo quello di generare negli adulti che si occupano di sport giovanile sempre maggiore consapevolezza sul proprio ruolo e sulle potenzialità positive che esso è in grado di trasmettere e condividere con i giovani.
