(Da l'Eco di Bergamo del 21/06) 

Bergamondo quest’anno ha lo sguardo dei portieri. Sia la finale per il terzo e quarto posto, sia la finalissima per il primo e secondo posto sono terminate in parità. Sentenza ai rigori con la tensione che sale alle stelle. Chi calcia è solo, in quel momento. Il portiere è solo per tutto il tempo dei rigori e deve un grande autocontrollo. Alla parata del portiere del Marocco che ha consegnato il trofeo dell’undicesima edizione del torneo alla propria squadra, il n. 1 viene travolto dall’entusiasmo dei compagni di squadra, felici di un traguardo tante volte sfiorato e finalmente raggiunto. Ovvia la delusione del Burkina Faso, arrivato ad un passo dal terzo trionfo consecutivo, ma in fondo consapevoli di avere fatto ancora una volta uno splendido cammino nella prestigiosa manifestazione per le rappresentative di tutto il mondo presenti a Bergamo e provincia.
Di fronte ad un pubblico festoso, un poco più composto degli anni precedenti ma sempre spettacolare, si sono avvicendati nelle premiazioni i rappresentanti degli enti e delle realtà che in Bergamondo hanno creduto e continuano a credere. C’era il dott. Massimo Cincera per Sesaab-L’Eco di Bergamo; c’era Ferdinando Piccinini per la Cisl; c’era don Massimo Rizzi dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti; c’era l’immancabile Carlo Vimercati, presidente della Fondazione Comunità Bergamasca e da sempre deciso promotore di questo particolare torneo che tanti riconoscimenti sta raccogliendo. E c’era il sindaco di Zanica, Luigi Locatelli, insieme con l’assessore al Bilancio, Patrizia Bolis, a significare una disponibilità del Comune di Zanica che va ben oltre la semplice accoglienza per diventare condivisione del progetto sportivo, culturale e sociale che sostiene Bergamondo.
Tutto attorno il brulicare di donne e uomini con la maglietta azzurra: i volontari del Csi che ogni anno, silenziosamente e laboriosamente, si occupano degli aspetti organizzativi garantendo la perfetta consonanza di tutti i meccanismi attivati. Un grazie sentito a tutti loro da parte nostra per l’insostituibile apporto garantito per tutto l’anno. Un grazie agli arbitri: sicuri, capaci di gestire anche i momenti di tensione che immancabilmente in una finale si verificano, e capaci soprattutto di trasmettere serenità e piacere di essere in gioco.
Chiudo con l’immagine di una bimba che tiene per mano, senza staccare mai lo sguardo, il suo papà-eroe, quel portiere che con il suo gesto atletico ha scatenato la festa del Marocco. Anche questo è Bergamondo.