Finali Coppa Bergamo a Zingonia

(Da l'Eco di Bergamo del 19/04)

La conclusione della Coppa Bergamo giovanile che si disputerà martedì 25 aprile sugli splendidi campi del Centro Bortolotti, a Zingonia, signorilmente offerti dall’Atalanta, è la festa per sei formazioni che rappresentano però tutto il calcio giovanile orobico. Con San Pellegrino 03 e Pierino Ghezzi Gialli per gli Esordienti; Nembrese e Lemine Calcio per i Giovanissimi; N. Torre de’ Roveri e Pol. Chiuduno per gli Allievi va in onda il calcio vincente sul campo. Di quelle citate, ovviamente, solo tre potranno fregiarsi del titolo di vincitori della Coppa Bergamo. Per le altre rimane l’orgoglio di essere arrivate fino alla finale e di esserci arrivate da protagoniste.
La legge dello sport impone che ci siano i vincitori e i vinti: gioia per i primi e delusione per gli altri. È possibile però immaginare che si vada oltre? Che il nostro ambiente sia così maturo da far sentire comunque protagonisti eccellenti anche i calciatori che martedì saranno sconfitti? Che il tifo sia a sostegno di tutti: del bel gioco, dell’impegno, della “bellezza” di un gioco che ha in sé qualcosa di magico, tanto che non perde mai il suo fascino nonostante il tempo passi?
Sono convinto che sia possibile. Non si tratta ovviamente di svalutare il significato della partita e del risultato conseguito. Si tratta di metterli nella giusta dimensione di un momento vitale stupendo, probabilmente indimenticabile sia per chi vincerà che per chi non vincerà. Perché tutti, arrivando a quelle finali, possono sentirsi vincitori. Così come per estensione, sono vincitori anche tutti quelli che si sono fermati al primo turno, oppure al secondo, o al terzo. Non è un concetto facile da far accettare, perché chi fa sport sa di dover mettere in campo ciò che serve per vincere. A noi però interessa che a vincere siano i ragazzi, le loro famiglie, i loro amici. Se le giornate della Coppa Bergamo – tutte, dalla prima alla finale – rappresenteranno il ricordo di belle esperienze, vissute con amici e magari incontrando nuove amicizie, avrà avuto senso l’organizzazione e la disputa della Coppa Bergamo. So benissimo che molti, leggendo queste poche righe, storceranno il naso liquidando la riflessione con: “il solito sermone, doveroso, del presidente del Csi”. Ma basta poco per capire che non è così; basta prendere atto che lo sport, o porta gioia e piacere di stare insieme, oppure non lascia nulla. Diventa una coppa da mettere nella bacheca della sede che, passato il giorno della festa, non avrà nulla da raccontare. A questo punto, perfino inutile.

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