Le attività del Csi nel TG

COMUNICATI2023

Da domenica torna il popolo del Judo

(Da l'Eco di Bergamo del 25/01)

Ricomincia domenica l’avventura del judo provinciale Csi. Il clima è buono, ci ha confermato il responsabile provinciale Giovanni Rocco: “La partecipazione è sempre molto elevata e la voglia di essere protagonisti di un bel momento di vita attraverso questa particolare disciplina è sempre forte”.
Facciamo un grosso “in bocca al lupo” a Giovanni Rocco, a tutti i suoi collaboratori, alle società che organizzano e alle società che partecipano. Un augurio particolare lo riserviamo agli atleti e ai loro genitori, con una luce speciale sulla presenza di persone con maggiori fragilità. Lo stesso Rocco è felice di questa possibilità che il judo offre, proprio per le caratteristiche della disciplina, di accogliere la partecipazione alla prova anche di persone che presentano delle disabilità oppure hanno fragilità particolari. Belle le parole con cui il responsabile del judo ci ha illustrato tale accoglienza: “Un posto per queste ragazze e per questi ragazzi c’è sempre. Un sorriso, una stretta di mano e una medaglia per la loro prestazione, sicuramente più meritevole di tutte, anche”.
In tempi di riflettori puntati sulla disabilità nello sport, questo ci serve per esprimere ancora una volta il grazie del Csi di Bergamo a tutti quei dirigenti e a quelle società che da tempo, nella più assoluta discrezione, lontano da ogni clamore, hanno aperto strade che le istituzioni più rappresentative in Italia stanno scoprendo in questi giorni. Mi riferisco alla nobile iniziativa della “Quarta Categoria”, con l’accordo fra Csi e Figc, siglato in Senato nel corso di una cerimonia alla quale hanno partecipato il presidente Grasso, il presidente nazionale Csi Vittorio Bosio e il presidente Figc, Tavecchio: un campionato di calcio a 7 che coinvolge ragazzi con disabilità e squadre del Csi e della Serie A. Tutto molto bello. Così bello che esalta la lungimiranza, il senso sociale e la capacità organizzativa (alla base c’è la formazione degli allenatori) di alcune fra le nostre società sportive che già da tempo hanno aperto le proprie discipline (calcio a 5, basket, sci, e altro ancora) alle persone portatrice di disabilità.
Lo diciamo non per rivendicare un primato che non ha senso rivendicare ma solo per mettere in luce le nostre realtà sportive. Poiché siamo tutti ormai portati a guardare nei minimi dettagli ciò che non funziona nella comunità civile, dimenticando le perle di bellezza che sono distribuite ovunque, ci sembrava giusto cercare di porre un minimo di rimedio e dare il giusto tributo a chi se l’è meritato.

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