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COMUNICATI2023

Quando la tradizione permette l'innovazione

(Da L'Eco di Bergamo del 20/12) 

Ogni anno è tradizione che, a livello di comitato provinciale, si celebri il Natale dello Sportivo. Nella parrocchia di Cornale, l’altra sera lo abbiamo fatto alla presenza di Mons. Davide Pelucchi. Allo stesso modo, ogni anno è tradizione che qualche giorno prima del Natale, il consulente ecclesiastico formuli i suoi auguri a tutte le società sportive del Comitato. Accade però che, anche nelle tradizioni più consolidate, qualche volta possa inserirsi un elemento di novità che porta tutti a riflettere e magari a guardare con occhi diversi ciò che da tempo siamo e stiamo facendo. Di che cosa sto parlando? Di alcuni episodi recentemente accaduti nel mondo sportivo e che possono provocarci non poco, diventando anche auguri di Natale.
Il primo è accaduto qualche settimana fa, durante la partita Benevento-Milan. Credo che tutti ricordiamo un po’ l’episodio. Il portiere della squadra padrona di casa e arrivata da poco in Seria A, proprio allo scadere dell’ultimo minuto di gioco e in maniera davvero inaspettata e inusuale, ha segnato il goal che ha regalato il pareggio alla sua squadra oltre che il primo punto nella classifica del più grande campionato italiano.
In questi giorni oramai prossimi al Natale, spesso mi viene in mente questo episodio e mi capita di collegarlo a Dio che – proprio a Natale e in maniera decisamente inaspettata e inusuale – sceglie di farsi uomo, scardinando le logiche umane più consolidate.
Il primo augurio che desidero formulare a tutte le società sportive è che ciascuna di esse possa sempre di più diventare capace di fare altrettanto nella propria quotidianità, spesso segnata dall’abitudinarietà. Che le nostre società possano essere sempre più composte da persone capaci di azioni fatte per il bene della squadra che è l’umanità tutta andando anche - se necessario - al di là di ogni logica consolidata.
Il secondo episodio risale a domenica scorsa. Nel Duomo di Milano, Mons. Mario Delpini, che da qualche mese è il nuovo arcivescovo di Milano, ha celebrato la Santa Messa per tutto il mondo sportivo lombardo. È stata una celebrazione semplice e sobria, propria dello stile cui la diocesi ambrosiana si sta pian piano abituando. Su tutto, mi ha colpito una parola dell’Omelia: “comunione”. Una parola tradizionale che, proprio in questo caso, mi è invece suonata come “nuova”. E che ha fatto nascere in me una riflessione che desidero far diventare il mio secondo augurio. “Comunione” è una parola come tante, per certi versi scontata nei nostri ambienti. Nell’occasione è stata presentata come uno degli antidoti alla sofferenza e alla solitudine che spesso attraversano il nostro cuore nel tempo che stiamo vivendo: conosciamo tutti storie o situazioni dolorose della vita di alcuni di noi.
A Natale sappiamo che il nostro Dio diventa il “Dio con noi”. In Gesù, Dio non ci lascia soli perché, facendosi uomo, desidera fare “comunione” con l’umanità. Una comunione alla quale anche le società sportive del nostro Comitato non sono certamente estranee: facciamo infatti tutti parte di un’associazione – il Centro Sportivo Italiano - che proprio per questa sua natura associativa, fa della “comunione” uno dei suoi punti di forza. Incontrando le società sportive e le persone coinvolte, registro spesso le soddisfazioni per l’operato che si compie ma anche le fatiche che si incontrano in questo fare. Fatiche che spesso nascono dal toccare con mano l’inefficacia educativa così come il senso di isolamento che attraversa chi prova, giorno dopo giorno, a costruire qualcosa di buono.
Auguro a tutte le società sportive del Comitato che questo Natale ci aiuti un po’ di più a riscoprire lo spirito associativo che ci caratterizza. Non siamo soli e isolati come a volte ci percepiamo: siamo società sportive dentro un’associazione che da più di settant’anni si pone a servizio di ogni singola realtà. Un servizio che si concretizza in molte operatività a disposizione di tutti. Un servizio che vorrebbe far percepire la bellezza e la grandezza di essere parte di una famiglia più grande, che custodisce e coltiva i grandi valori educativi che fanno di tutti noi uomini e donne di buona volontà. Buon Natale a tutti.

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